“Mi lasciai convincere in questo contrabando…”
Andrea Salvetti si accorda con Florindo Parolini per trasportare della merce al confine svizzero. Il 29 aprile 1944, giunto al luogo convenuto con due ore di ritardo, Salvetti non trova i contrabbandieri, ma una valigia, appositamente preparata e contenente una macchina da scrivere, che prende con sé incamminandosi verso la Svizzera. Lungo il percorso incontra Florindo Parolini e gli affida la valigia, facendosi dare in cambio il compenso pattuito pari a 200 lire.
Il 30 aprile 1944 Salvetti viene arrestato dai militari della Polizia Confinaria Germanica, tradotto al Comando della Polizia Germanica di Como per l’interrogatorio e condotto nelle Carceri giudiziarie di Como. Parolini invece si rende irreperibile. L’11 giugno 1944, Salvetti, munito di foglio di via obbligatorio rilasciato dalla Questura di Como, è scortato nel viaggio in treno diretto a Sondrio, ma, a seguito dei disordini causati da un gruppo di partigiani a S. Pietro di Berbenno, riesce ad eludere la sorveglianza degli agenti e a fuggire rendendosi latitante. Nel corso del processo, intentato dalla Pretura di Sondrio, Salvetti e Parolini vengono assolti dalle accuse di tentato espatrio clandestino e di mancato rispetto degli obblighi derivanti dal foglio di via obbligatorio e dichiarati colpevoli di tentata esportazione abusiva e condannati ciascuno a 15 giorni di reclusione e a 500 lire di multa e inoltre al pagamento delle spese processuali. Il reato rientra infine tra quelli dichiarati estinti per amnistia (secondo il disposto dell’art. 1 del decreto del Presidente della Repubblica 19 dicembre 1953 n. 922, Concessione di amnistia e di indulto).
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Copia conforme all’originale del 3 gennaio 1945 dell’estratto del 18 dicembre 1944, Sondrio.
Estratto di sentenza del Pretore di Sondrio nella causa penale contro Andrea Salvetti e Florindo Parolini (n. 124).
ASSo, Pretura di Sondrio, Affari penali, cartella n. 4/1944, fascicolo n. 362.
Il Pretore di Sondrio, Giuseppe Monai, “assolve Salvetti Andrea e Parolini Florindo dall’imputazione di tentato espatrio perché il fatto non sussiste; assolve il Salvetti dall’imputazione di contravvenzione al foglio di via obbligatorio perché il fatto non costituisce reato; dichiara Salvetti Andrea e Parolini Florindo colpevoli di tentata esportazione abusiva e condanna ciascuno a quindici giorni di reclusione ed a cinquecento Lire di multa ed entrambi in solido al pagamento delle spese processuali; ordina per entrambi che l’esecuzione della pena resti sospesa per cinque anni e che non si faccia menzione della condanna nel certificato penale alle condizioni di Legge”.
14 gennaio 1954, Sondrio.
Richiesta di applicazione della declaratoria di amnistia presentata da Florindo Parolini al Pretore di Sondrio.
ASSo, Pretura di Sondrio, Affari penali, cartella n. 4/1944, fascicolo n. 362.
Si chiede “sia applicata declaratoria di amnistia per la condanna riportata il 18/12/1944, giusto come rivelasi dallo allegato certificato penale”. In calce al documento, in basso a destra, è stata apposta dal richiedente la firma autografa (“Parolini Florindo”).